‘A Sparkle On The Dark Water’ | PINHDAR
Album | LP+CD+DG | Fruits de Mer Records | Uscita 22/03/2024
I PINHDAR ci regalano una scintilla di speranza con un secondo affascinante album dal respiro internazionale che li consacra band trip hop di riferimento in Italia
Venerdì 22 marzo tornano i PINHDAR con l’atteso secondo album “A Sparkle On The Dark Water”, nuova tappa del personale percorso del duo milanese composto dalla cantante Cecilia Miradoli e dal chitarrista/produttore Max Tarenzi. Un lavoro intenso, contemplativo e scuro, ma non arreso, tra trip hop, dream pop, dark wave ed elettronica. Anticipato neile scorse settimane dai singoli “Humans”, “Little Light” e “Frozen Roses” e dai loro straordinari video diretti da Telavaya Reynolds e Marco Molinelli, viene pubblicato in vinile, cd e digitale dalla label inglese Fruits de Mer.
Il disco è un’intima riflessione sul significato dell’esistenza, su dove sta andando l’umanità e su cosa si può ancora fare, sia nel privato che rispetto agli altri, per far brillare una scintilla sulle oscure acque in cui sempre più sta sprofondando il pianeta Terra. Musicalmente i PINHDAR proseguono il loro percorso artistico peculiare in evoluzione rispetto al primo importante album “Parallel” (Fruits de Mer Records, 2021) prodotto con Howie B, fondendo ritmiche profonde tipiche del trip hop a trame chitarristiche dark wave, riverberi dream pop ed avvolgente elettronica sintetica. In “A Sparkle On The Dark Water” abbandonano il minimalismo del precedente lavoro stratificando il loro suono. La voce di Cecilia non è più sola in primo piano, ma è immersa in onirici paesaggi sonori disegnati da chitarre e synth che in alcuni momenti prendono il sopravvento guidandola in ipnotiche evoluzioni strumentali, ed in altri le danzano intorno mentre lei sussurra con profondità le sue intime visioni.
La curiosità: durante il periodo di lavorazione dell’album in Inghilterra i PINHDAR entrano in contatto con James Johnston. Il pittore e musicista londinese fondatore dei Gallon Drunk – già collaboratore di Nick Cave and The Bad Seeds, Lydia Lunch, Faust, Ulan Bator ed attualmente in tour con PJ Harvey – li omaggia dell’immagine di uno dei suoi dipinti per usarla come copertina del nuovo disco.
Il nuovo album verrà presentato al pubblico domenica 24 marzo 2024 all’Arci Bellezza di Milano con il primo live assoluto del tour. Seguiranno le prime date: 5/4 – Blah Blah di Torino, 18/4 – Glitch Soundclub di Roma, 27/4 – Spazioporto di Taranto, 28/6 – String Theory Music Festival di Lendinara (RO), 6/7 – Kasamatta Emingway di Catanzaro, 2/8 – Dr Sardonicus Psych Festival di Cardigan, Regno Unito e 3/8 CWRW di Carmarthen, Regno Unito.
TRACK-BY-TRACK | LE PAROLE DEI PINHDAR
1. In The Woods | Rapporti interpersonali difficili che lasciano un senso di solitudine e di vuoto. La speranza è di trovare un orizzonte comune dove ci si possa incontrare, fosse anche solo in sogno;
2. Cold River | È un brano sull’ironia della vita, che rimescola le carte da un momento all’altro a volte sopraffacendoci. Meglio non restare inermi di fronte a questi eventi per non esserne travolti come un sasso sul fondo di un fiume gelato;
3. Home | Siamo tutti viaggiatori di questo spazio e di questo tempo ma tutti torniamo nell’unico luogo che ciascuno, nel proprio intimo, chiama casa;
4. Little Light | È una metafora di un rapporto personale in cui uno dei due soggetti brancola nel buio e la cui unica luce per orientarsi nell’oscurità è quella che riceve dall’altro essere che gli dà occhi e sensibilità per non andare alla deriva;
5. Murderers Of A Dying God | Descrive l’urlo del pianeta Terra e denuncia l’uomo che con la sua arroganza lo sta uccidendo. Per gli altri esseri viventi non c’è più un luogo dove andare, solo gabbie, infelicità e morte;
6. Humans | Con uno sguardo più indulgente, si può vedere come alla fine siamo solo uomini che in nome di qualche dio ci siamo spinti troppo oltre senza renderci conto che svaniremo come fiori;
7. Solanin | Ispirato all’omonimo manga seinen di Ino Asano, descrive, tra realtà e distopia, la crudeltà e la solitudine di una grande città dove gli abitanti sono come gocce di pioggia dentro una tempesta;
8. Frozen Roses | Un mondo fermo, congelato, metafora di un presente immobile in cui riecheggiano ancora voci e colori di un passato che appare distante e perduto. Giovani vite che non vedono un futuro, come rose congelate il cui profumo resta imprigionato nel ghiaccio di un destino incerto;
9. Abysses | Ogni pensiero, anche il più nero, e ogni dolore che ci provochiamo l’un l’altro potrebbero essere superati se riuscissimo a scambiarci le anime anche solo per un giorno;
10. At The Gates Of Dawn | Dedicato a un amico scomparso. Parla a chi non c’è più nel tentativo di esorcizzare il senso di assenza trasformandolo nel senso profondo della vita.
I PINHDAR sono un duo milanese composto dalla cantante Cecilia Miradoli e dal chitarrista/produttore Max Tarenzi. Nasce all’indomani dalle esperienze nella rock band Nomoredolls e nell’organizzazione del festival internazionale A Night Like This ed esplora con originalità la fusione di trip hop, elementi dark wave ed elettronica, sotto l’influenza dalla scena di Bristol. Il loro omonimo EP di debutto del 2019 ha ottenuto elogi dalla critica britannica, con il singolo “Toy” trasmesso da radio importanti, come KEXP. Nel 2021 hanno realizzato il loro primo album, “Parallel”, con la collaborazione del leggendario produttore Howie B, pubblicato dalla Fruits de Mer Records. Il tour europeo ha incluso venue prestigiose come Stereolux a Nantes e Dr Sardonicus Psych Fest in UK. Nel 2023, completano il nuovo album “A Sparkle On The Dark Water” con il produttore Bruno Ellingham, già collaboratore di Massive Attack e Portishead.
CREDITI
Prodotto da Max Tarenzi
Produzione addizionale e mixaggio di Bruno Ellingham al Riverside Studios, Bath (UK)
Mastering di Shawn Joseph all’Optimum Mastering, Bristol (UK)
Eseguito dai PINHDAR
Julian Bayliss
| Arrangiamento d’archi in “Solanin”
Musica | Cecilia Miradoli, Max Tarenzi
Testi | Cecilia Miradoli
Cover Artwork | “Lake House”, dipinto di James Johnston
Foto | Agnese Carbone
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